Di seguito le testimonianze degli amici del gruppo:
Cari amici, la settimana di lavoro insieme a Orvieto è passata velocemente, quasi troppo. Ripensandoci trovo che il lavoro, anche il meno gratificante, è bello non perché fatto per se stesso ma in obbedienza a una compagnia e offerto la mattina assieme a tutta la giornata. E questo cambia anche lo sguardo sulle cose. Ringrazio tutti, uno a uno a cominciare da Zizzo e Ivano che ci hanno aiutato a tenere sempre lo sguardo sull’essenziale; così nella nostra totale diversità siamo apparsi agli occhi delle suore “una cosa sola”. Qualcuno, senza che noi ce ne accorgessimo, ci teneva uniti. Questa “prima volta” ha lasciato in me un segno: l’affezione a voi e un affetto riconoscente per le suore, per il dono che loro sono per noi. Testimoni viventi che una vita data a Cristo gusta già il centuplo quaggiù: quei volti luminosi, felici e pieni di pace non si trovano da altre parti. Porto nel cuore tutta questa bellezza e spero, con voi, di poterne fare ancora esperienza.
Francesco
Come dicevo ieri nel momento che abbiamo avuto assieme volevo ringraziare te e tutte le tue sorelle perchè mi sono sentito voluto bene. Voluto bene nella vostra disponibilità mai venuta meno, nei vostri canti bellissimi che davano ancora più significato ai momenti di preghiera e quando siamo stati assieme. Ho capito di più che non è un caso che sia stato detto “Ora et Labora” perchè la preghiera è veramente un aiuto anche per il lavoro, gli da senso. Tutto questo ha aiutato anche il nostro lavoro ed lo stare assieme di noi volontari. Un abbraccio a tutte in Cristo.
Ivano
Nei giorni passati ad Orvieto ho potuto sperimentare che iniziare la giornata alzando lo sguardo, aiutato dal pregare sommesso e cantato all’unisono dalle monache, eleva anche il cuore. Per cui il lavoro, pur nella fatica che non viene tolta, diventa un prolungarsi di quello sguardo e di quel canto, che qualcuno ha definito l’anticamera celeste. Noi abbiamo messo “braccia, mani e piedi”, a cui si sono uniti mente e cuore che hanno fatto emergere un’unità tra noi visibile anche dal di fuori. Siamo stati abbracciati come compagni di cammino desiderati e accolti da volti luminosi che riflettono una
bellezza interiore con la B maiuscola, a cui hanno donato la vita. Anche coloro che si sono sentiti uniti a noi in quanto facenti parte di una stessa compagnia al destino, sono stati una grazia inaspettata.
Un grazie sentito a ciascuno di noi, alle suore e a tutti gli amici incontrati.
Zizzo
Ho partecipato alla “proposta italiana”, dopo essere stato presente ad una precedente esperienza a Milano nel Convento di S. Angelo nel mese di agosto.
Fino a quel momento, l’esperienza “ora et labora” l’avevo fatta solo in Terrasanta, dove ci ero andato per “vocazione” e per “grazia” di Dio diciotto volte; perciò il cambiamento, prima di provarlo, me l’ero immaginato un “ripiego” causato dal Coronavirus, anche se motivato dal bisogno di suore e frati di sistemare i loro conventi.
Ho aderito per “credito” alla compagnia e con totale abbandono a Gesù.
Già a S. Angelo, ero venuto via felice dell’esperienza, solo un po’ breve, ma ad Orvieto ho vissuto una tale ricchezza da essere ancora oggi “pieno” di gioia e di riconoscenza: eppure ho lavorato, talvolta anche sentendo la fatica, ma la realtà bella “si è imposta” in tutta la sua ricchezza e imprevedibilità.
Ci era possibile, ogni giorno partecipare a Lodi, S. Messa, Vespro, Rosario e Adorazione Eucaristica insieme a tutte le suore del Convento. Canti intonati e delicatissimi. Salmi pregati con melodie diverse l’uno dall’altro, sempre curatissimi e armoniosi.
L’impegno quotidiano veniva avviato dalla riflessione di don Ambrogio e dalla preghiera dell’Angelus.
Con questi punti fissi, il lavoro diveniva parte di un’esperienza che si arricchiva quotidianamente di incontri: regolari con suor Chiara Maria, Amata e Damiana, le tre suore che “tenevano, sempre contente e sorridenti, i rapporti personali”, fornivano gli attrezzi, provvedevano al cibo (cucinato prevalentemente in Convento, anche se sono diventati famosi il sugo e la pasta di Silvia); ma anche estemporanei e affabili con altre suore, con abitanti della città pure loro di Cl, con una visita guidata al Duomo di Orvieto, con una visita inaspettata di mio figlio Daniele venuto a trovarci una sera, con un Sandro Fumagalli spumeggiante per la ripresa della partecipazione ai nostri “turni”, pur se non ancora completamente guarito…
Abbiamo avuto anche la grazia di due incontri con tutte le suore che ci hanno raccontato della loro vocazione e del tempo trascorso in convento al servizio di Dio e dei fratelli bisognosi soprattutto delle loro preghiere che elevano ogni giorno, anche confermati da Lucia, una mamma ciellina che ci diceva con ammirazione che queste suore sono una grande grazia, per Orvieto e per il mondo intero, perché “pregano per tutti, proprio per tutti…. e sul serio!” e noi, per esperienza,…. l’abbiamo visto e sentito.
Dicevo che, in questo contesto, il lavoro che abbiamo svolto, meticoloso, ma rapido, faticoso, ma produttivo, soprattutto per la vera competenza di alcuni tra noi, come Daniele, per esempio, ha occupato il suo posto “giusto”, senza prevaricare e senza mai offuscarci la mente, di modo che le grate, le ringhiere, i muri, le porte sono tornati belli, ma hanno lasciato anche a noi il tempo e la voglia di gustare le luci, i colori, la musica, l’arte e…. la bravura di queste suore che producono anche meravigliose icone e lavori artistici con il cuoio.
Senza contare che la nostra compagnia, di dieci persone, non tutte a me note dall’inizio, ha sostenuto, accompagnato, … rallegrato le nostre giornate facendoci sentire la presenza di Gesù e della Madonna fra noi, così come ci viene assicurato che sempre succede, quando due o tre si radunano nel nome del Signore: figuriamoci se, poi, per sovrabbondanza di grazia, siamo in dieci o addirittura più di venti con le Suore e i ciellini !!!…..
Conclusione: sono venuto via felice e… con la voglia di ripetere un’esperienza così,… se questa è la volontà di Dio, anche perché il nihilismo, sempre in agguato, ha ricevuto una solenne battuta d’arresto!
Ringrazio tutti, dai capi (Zizzo e Ivano), ai neo-conosciuti (Francesco e Rolando), a tutti gli altri, per la cordialità, gratuità, generosità che hanno manifestato sempre, nella settimana di Orvieto.
Alle suore, poi, un grazie specialissimo per tutto quello che ci hanno regalato in così breve tempo, soprattutto spiritualmente, ma anche materialmente con la loro squisita e attenta ospitalità.
Emilio