3° viaggio autunnale 2015 – 26/11/15 – 10/12/15

Il gruppo era composto da 12 persone. Riportiamo la testimonianza di una amica che ha partecipato al viaggio.

Carissimi,
perdonate il ritardo. Finalmente scrivo ciò che ho visto in quei 15 giorni di grazia in Terrasanta. Non voglio fare la cronistoria delle cose fatte insieme, ma ciò che hanno voluto dire quei 15 giorni per me.
Perchè parlo di grazia. Perchè ogni giorno è stato un’occasione per chiedermi continuamente perchè ero lì.
Non è stato scontato niente, nemmeno la convivenza, a tratti difficile, ma tutto è stato per me opportunità per darmi le ragioni di ciò che stavo facendo.
Niente di intellettuale ma il lavoro che ogni giorno cambiava (raccogliere le olive nel Getsemani, al museo con Padre Alliata, in Custodia a sistemare un archivio, dalle Clarisse a sistemare il giardino) diventava pezzo di vita che mi veniva chiesto in condivisione con gli altri amici. Il rischio era che tutto fosse ridotto a cose da fare, e ogni qualvolta che andavo al Santo Sepolcro chiedevo che il mio cuore rimanesse aperto. Ora so che non sarebbe stata la stessa cosa se non fosse stata condivisa con quei volti.
Me lo ha fatto capire la compagnia di Ettore che spesso si fermava a cena da noi.
Ci ha accompagnato a visitare alcuni luoghi aiutandoci ad immedesimarci.
In quella occasione ci ha fatto vedere che ciò che era successo in quei luoghi nel passato gettava luce in quello che c’è oggi. Quei luoghi sono veri perchè sono dentro una compagnia che è iniziata lì 2000 anni fa da due che come noi sono rimasti shoccati da una persona speciale, che ha cambiato loro la vita tanto da dire “una cosa così non la posso perdere”.
Abbiamo avuto l’onore di avere a cena padre Pizzaballa che si è inaspettatamente raccontato ; ha parlato della sua vocazione e di come tutto ciò che succede è visto come segno per rinnovare ogni giorno il suo si. Ci ha detto: ” la testimonianza è una esperienza; tutto serve per mantenerci vivi nella fede, anche le divisioni, perchè ci aiutano a distoglierci dallo scontato”.
Capite perchè ho parlato di grazia?
Un abbraccio.
Pina

2° viaggio autunnale 2015

 

Trascriviamo la testimonianza dell’amico Emilio di Milano che ha partecipato al turno di lavoro dal 10 al 26 novembre

Carissimi,
appena rientrato a Milano, ho subito cominciato a percepire, intorno a me, pensieri, preoccupazioni, tensioni, giudizi che, seppure presenti anche in Terrasanta, erano molto relegati sullo sfondo: com’è la situazione, la sicurezza, gli attentati?
Mi è apparso chiaro quanto Ettore ha affermato durante una scuola di comunità: siamo ormai abituati a pensare che la nostra vita sia interamente in mano nostra e che a noi, solo a noi, tocchi preoccuparci di come mantenerla nel miglior modo possibile.
È sparita la semplicissima constatazione che noi non abbiamo alcun potere non solo sulla nostra sopravvivenza globale, ma anche su ogni singolo istante della nostra vita (gli ictus, gli infarti, gli incidenti ce lo fanno capire).
Se è così, ed è così, solo all’Autore della nostra vita possiamo rivolgerci per chiedere di “fare la Sua volontà”, di aiutarci a realizzare ciò che Egli ha pensato per noi.
In Terrasanta, anche in questa occasione e più delle altre volte, ho ritrovato invece questa mentalità: così tutti vivono in modo naturale, dai bambini che corrono e schiamazzano per le vie, spesso con lo zaino di scuola in spalla, ai negozianti che continuano i loro affari come se niente fosse. Ci sono, è vero, soldati e poliziotti in ogni angolo di strada, che ricordano che non si è incoscienti al punto di non tenere conto che gli attentati aggiungono pericoli a quelli che già ci sono e che, essendo provocati da uomini, in qualche misura possono essere contrastati da altri uomini. Tuttavia la vita scorre come sempre, appunto perché non è in mano nostra: “tutto va dove deve andare”…
Questo modo di pensare permette una pace interiore che ti rappacifica con i fratelli di tutte le razze che incontri per la strada, con le “code” che fai per entrare nella Tomba o nell’altare della Crocifissione, con gli inconvenienti del traffico, talvolta davvero caotico, nei viaggi di trasferimento, nei ritardi agli appuntamenti, nelle discussioni dove ti scontri con giudizi diversi dal tuo, nel vicino che si siede sui gradini della tua casa e, quasi, non si scosta nemmeno quando tu vorresti scendere o salire, insomma con ogni occasione in cui c’entra la libertà e, quindi, la pretesa che avvenga quello che vuoi tu.
Non credo che questo, per noi, sia un ottuso fatalismo, soprattutto perché è il frutto di una educazione a vivere l’istante alla luce dell’eternità che viene da tante sollecitazioni: dalla costante richiesta di vivere fino in fondo la gratuità della nostra opera (se ci viene chiesto qualcosa, lo facciamo senza ‘se’ e senza ‘ma’, perché è meglio essere agili e semplici come colombe, piuttosto che così seriosamente ponderati da non agire perché alla ricerca spasmodica del metodo migliore o del conteggio delle nostre prestazioni).
È altresì frutto del fatto che siamo una compagnia di “salvati”, quindi di fratelli che si vogliono bene e si aiutano ripetendoci queste affermazioni momento per momento e quando “facciamo il settimanale punto della situazione che stiamo vivendo”, magari crollando dal sonno…
È conseguenza del fatto che iniziamo e viviamo la giornata nel nome del Signore, pregandolo nell’Eucarestia, nell’Angelus, nelle preghiere prima dei pasti, nelle preghiere durante i viaggi, nelle testimonianze dirette o indirette di persone grandi nella fede.
Anche “in trasferta” c’è la settimanale scuola di comunità, c’è la messa in comune di brani “forti” che ci conducono al nocciolo della questione della vita.
Incontriamo persone del calibro di padre Pizzaballa, di padre Stephan, di padre Sergio, di padre Diego, di padre Alliata, di padre Serghiei (e potremmo andare avanti nell’elenco con suor Cecilia, suor Cristiana, ciascuna consorella Clarissa, padre Antonio, padre Jerome, suor Aurora, senza contare gli “inaspettati”, come Sara (tedesca di Germania!!), Matteo, Macek, Maurizio, l’italianissima e focosa, ma col cuore in mano, Irene, e l’elenco in ogni occasione e turno aumenta…
Abbiamo l’amico Ettore che ci assegna i compiti, ma che è pronto a facilitarci il cammino con l’invio di aiuti esterni sempre provvidenziali, Issa, Kalì, certi “marcantoni” dalla forza erculea, autisti inaspettati e abilissimi nel traffico di Gerusalemme.
Infine ci capitano ospiti come Gabriele di Treviglio che ha chiaramente preferito venire a vivere a Maria Bambina dove incontra… noi e… il nostro caffè, piuttosto che in un lussuoso albergo anonimo, così come ha fatto l’architetto e costruttore di vetrate Calogero, siciliano doc, che ci ha illuminato su certi segreti delle vetrate della Chiesa della Trasfigurazione o della teca contenente le ossa dei coniugi Martin, genitori di Santa Teresina del Bambin Gesù.
Ma all’origine di tutta questa ricchezza c’è il Fatto di essere nel “cuore del mondo”, dove Gesù ha camminato, ha insegnato, ha mangiato e bevuto con i suoi, ha guardato e scelto uomini e donne, ha inventato l’Eucarestia con la quale continua a incontrare e scegliere personalmente nuove persone, persino me….
Per fare questo, ha deciso di lasciarsi uccidere per risorgere ed essere “fisicamente” e “visibilmente” presente sempre dappertutto: che dono potere andare quotidianamente al Santo Sepolcro dove questa memoria si rinnova e rimane impressa per il resto dell’anno quando siamo nelle nostre case e città !….(se, poi, come mi è capitato anche questa volta, si può trascorrere un’intera lunga notte immerso in preghiera nel Santo Sepolcro, la preferenza di Gesù si fa sentire in tutta la sua forza).
Insomma, mi pare che ‘con e in’ una compagnia così, si possa davvero sperimentare un altro modo di vivere che può essere trasferito nella vita di tutti i giorni che il Signore ci dona da vivere.
Si capisce, allora, perché siamo entusiasti e diciamo “grazie” di poter “andare a lavorare duramente e gratis” in Terrasanta, noi che a casa nostra siamo abituati a pensare che il lavoro sia un diritto e una maledizione.
Un saluto affettuoso e riconoscente a tutti quelli dell’Associazione Gelmini e, in particolare, a Zizzo con il quale ho condiviso la mia ottava esperienza a Gerusalemme.
Emilio

1° viaggio autunnale. Nazareth 21/10/15 – 04/11/15

A proposito di quello che è stato questo viaggio di lavoro trascriviamo la testimonianza di Maria di Macerata.

“La partenza per la Terrasanta, questa volta più di altre, ha richiesto un affondo del perchè vado, data la situazione di instabilità di convivenza israelo-palestinese. Mi sono domandata se era un opzional andare là e cioè partire solo quando ci sono condizioni ottimali o se la mia era una risposta ad una chiamata in cui la scelta era tra rispondere al Suo amore o farmi determinare dalla paura (logicamente tenendo conto di tutti i fattori, primo fra tutti il fidarmi delle considerazioni di Ettore). Quello che mi ha fatto decidere è stato “Ti basta la mia grazia”. Con questa tensione a cogliere i segni della Sua presenza che accompagna, sono partita con tutti gli amici del gruppetto, senza defezioni.
Ho avuto subito a cuore ricordare a me e agli altri ciò che ci muoveva: “Chiedete che si compia ciò che è iniziato nella vostra vita non nel fare le cose, ma nel vostro essere che si esprime nel fare le cose”.
Siamo stati tutto il periodo a Nazareth dando il nostro contributo per completare opere di restyling dell’Ospedale (pulizia di ambienti e mobili, verniciatura, imbiancatura, sistemazione scaffali) , insomma tutto quanto necessario per aiutare a superare l’ispezione ministeriale adempiendo alle richieste fatte in precedenza. Oltre a lavori di cucito, ricamo, assemblaggio di braccialetti sanitari, cura di fiori e compagnia a suore ricoverate. I test sono stati ottimamente superati e quel giorno baci e abbracci con le suore e con tanto personale con cui avevamo fatto amicizia, con grande soddisfazione di tutti.
Nella settimana seguente i lavori per noi donne sono stati quelli di continuare a pulire, sgrassare mobili e ambienti di cucina e gli uomini si sono dedicati allo scarico dei conteiner (in tutto 5), Suor Maria Teresa ha detto che erano tanti anni che non vedeva più lavorare così.
Queste suore tutte sono state meravigliose: da Suor Elia, la superiora, che dirigendo in mezzo a mille difficoltà non ha perso mai la serenità, alla sempre bersagliera e grande donna di fede di Suor Maria Teresa a Suor Agnese che ci ha ringraziati perchè chi era li non ha visto solo gente brava a lavorare ma gente che aveva un cuore diverso e desiderava far vedere che si era li per testimoniare Qualcuno che ci ha condotti li.
Sabato 24 è venuto Ettore ad accompagnarci a fare un giro al monte Tabor e ai luoghi della vita di Gesù a Cafarnao e dintorni.
Dare il suo tempo per noi e la sua testimonianza di fede con amore e passione ci ha commossi per quello che stava accadendo: la Sua presenza fra noi.
E’ stato straordinario il modo in cui ci ha aiutati ad immedesimarci con la vita di Gesù dentro le circostanze attuali.
Domenica 25 pomeriggio siamo stati a Cana a trovare Padre Jerome che abbiamo trovato in gran forma, lieto e sorridente; a lui è stato affidato un parroco egiziano con cui vive una bella compagnia di fede, sostenuti dalle suore tra cui Suor Maria Aurora che ha aperto il suo cuore parlandoci della sua conversione e vocazione.
Le giornate erano scandite dall’Angelus recitato insieme, almeno quello del mattino, insieme a meditazioni sulla vita di Maria prese dal libretto di Lourdes.
Anche l’uscita che abbiamo fatto a Gerusalemme è stata molto preziosa: vissuta come un pellegrinaggio, nel pulmino abbiamo cantato l’Inno delle lodi “L’aurora risplende di luce” che descriveva bene l’attesa del nostro cuore e “Gerusalemme, oh la mia gioia.” Poi visita al S. Sepolcro e al Calvario. Pomeriggio processione con i frati alle 16 e Benedizione Eucaristica e S. Messa. Alcuni sono anche riusciti ad arrivare al Cenacolo e Visitazione
Delle due settimane ho un giudizio positivo per la compagnia mai banale e superficiale: la Sua presenza accolta è in grado di testimoniare un modo diverso di affrontare il lavoro e guardare tutta la realtà con uno sguardo nuovo; il nostro dare è il traboccare di ciò che abbiamo ricevuto. La nostra amicizia lieta e, qualche volta faticosa, ci hanno rimesso di fronte al Mistero (come Pietro con Matteo: sto con te perchè voglio stare con Gesù).
Appena tornata a casa la tensione con i vicini e con i familiari era la stessa, ma già si sta affievolendo: ho bisogno di questa compagnia perchè voglio stare con Gesù!”

4° viaggio primaverile – Haifa 14/8 – 28/8/15

 

Siamo arrivati ad Haifa per la nuova avventura; mai infatti eravamo venuti in questo periodo e con un lavoro tutto lontano da Gerusalemme. La scuola dove lavoreremo ospita 850 ragazzi dei quali, la maggior parte, cristiani.
Ci siamo divisi in due gruppi, uno ripulisce e imbianca un cortile interno molto grande, e un altro rifà completamente 6 bagni, mentre Franco continua nella pittura (bellissima).Padre Arturo invita quasi tutti i giorni delle insegnanti ,la direttrice con le loro famiglie a cenare o pranzare con noi, per farci conoscere e dare la nostra testimonianza a queste famiglie. Stanno venendo fuori degli incontri molto belli ed interessanti che il frate dimostra di apprezzare e stimola continuamente questo intreccio di rapporti. Sabato siamo andati a Nazareth. Oltre alla visita canonica alla Basilica dell’Annunciazione e a S. Giuseppe, siamo andati dalle Clarisse mandati da Ettore per un lavoretto; poi visita all’ospedale dalle suore e pranzo da Habib. Abbiamo finito la giornata con la visita a Jerome, poi rientro ad Haifa. Domani è prevista una visita al Carmelo e poi un bagno a Cesarea Marittima. Abbiamo anche l’incontro ad Haifa nella scuola con Padre Pizzaballa e il ministro della Pubblica Istruzione Italiana Giannini.
Il lavoro è molto duro, per il caldo, per il tipo di lavoro in sè e per la scarsità di attrezzature adeguate; in ogni caso come già detto noi facciamo del nostro meglio. I lavori non riusciremo a terminarli perché sono numerosi e complessi e probabilmente Ettore manderà una sua squadra a completarli. Gli incontri che facciamo con i collaboratori di padre Arturo sono interessanti perchè ci fanno capire meglio come vivono i cristiani quà, le difficoltà che hanno e rimangono stupiti che delle persone cristiane straniere vengano gratuitamente a lavorare per loro.
L’ultima domenica siamo tornati a Gerusalemme, dove Alessandro(come sempre un grande) ci aveva fatto trovare tutto pronto per la sistemazione a Maria Bambina. E’ stato un pò come tornare a casa, rivedendo luoghi, volti che solitamente incontriamo nei turni “normali”. Il pomeriggio lo abbiamo passato andando alla Basilica del S.Sepolcro e visitando Gerusalemme. La sera abbiamo cenato con Ettore a casa sua (tutte le cucine di Maria Bambina erano occupate da pellegrini e scout)e lui era da solo nella casa. Siamo andati ad Ein Karem (o Ain Karem) e il pomeriggio a Betlemme, dove abbiamo incontrato le nostre amiche Susy, Lina, Wafà e George al centro Antoniano. E’ sempre bello e importante incontrarli,per noi e per loro Martedi mattina alle 7,30 S Messa per noi al Calvario celebrata da don Bonaventura, poi partenza.

3° viaggio primaverile 2015

 

Il terzo gruppo era formato da 8 persone; è partito il 4 giugno ed è tornato il 18.
Cronache gerosolimitane

Arrivati a Gerusalemme come previsto il 4 giugno. Come sempre succede, visi noti e amici nuovi. Subito il giorno dopo Ettore ci ha messi al lavoro con diversi incarichi: due a fare la cernita di vecchi libri nell’ex biblioteca, due a imbiancare al romitorio del Getsemani, due dipingono la cancellata, uno ripara l’impianto elettrico in S. Salvatore.Abbiamo ritrovato i frati ormai amici: padre Stephane, Diego, Amar e Sergio che ha celebrato la Messa per noi nella cappella dei Franchi due volte. Abbiamo ripreso la bella tradizione di avere ospiti e continueremo con Padre Giuseppe e forse anche fra Andrew del S.Sepolcro. La sensazione di essere fra amici che ci stimano e ci vogliono bene è grande. Il lavoro prosegue in maniera piuttosto serrata, anche se siamo ben lontani dal finire. I libri sembrano inesauribili, più polverosi che mai e ci convinciamo che la cultura ha il suo peso, soprattutto quando si tratta di spostare scatoloni. Anche la cancellata del Getsemani avrà ancora bisogno di parecchie giornate di lavoro. Sono giorni molto soleggiati e i nostri amici stanno guadagnando un’abbronzatura da primato. Al romitorio stanno procedendo con le imbiancature con soddisfazione, mancano però ancora qualche locale. L’unico che sembra stia per arrivare alla fine del lavoro è Virginio con l’impianto della sacrestia di S. Salvatore.
Abbiamo avuto modo a cena di approfondire la conoscenza di padre Giuseppe, del S. Sepolcro. E’ veramente una persona singolare: da un lato è divertente, capace di grande humour, anche pungente, dall’altro dimostra di essere capace di grande passione: si autodefinisce e si sente un “crociato” e vede il compito del monaco in modo medievale. C’era anche Ettore ed è stato un continuo scambio di frecciate.
Ieri siamo stati a lavorare dalle Clarisse: un gran lavoro di raccolta di sterpaglie. Dovevano fare la processione del Sacro Cuore con il SS. Sacramento e “bisogna pulire dove passa il gran Re” (parole di suor Assunta, suora ruandese appena arrivata). E noi abbiamo pulito. Alla sera cena a casa di Kahlil e Susi a Betlemme. Accoglienza festosa, di amici veri. Andare a trovarli, condividere tutte le buone cose preparate per noi, parlare in modo aperto della loro difficile situazione, raccontare anche di noi, fa sentire, prima di tutto a noi stessi, e poi anche a loro, quanto sia importante stringere legami con la gente di qui.
Siamo stati tutti a Ein Karem. Abbiamo rivisto il caro padre Severin, che molti di noi avevano conosciuto a Casa Nova di Betlemme. Anche ad Ein Karem abbiamo inscatolato libri secondo le indicazioni della bibliotecaria di Gerusalemme, che ha lavorato con noi, Stefania. Padre Severin ci ha offerto un pranzo pantagruelico, tanto che al pomeriggio è stato un po’ più faticoso lavorare. Poi di nuovo a Gerusalemme, in tempo per assistere ai primi vespri di S. Antonio di Padova, protettore di Terrasanta.

2° viaggio primaverile del 2015

Il secondo gruppo partito il 20 maggio, 4 da Bologna e 5 da Milano, si è ricongiunto a Roma per proseguire poi per Tel Aviv. Dei nove componenti 3 partecipavano per la prima volta a un viaggio con l’Associazione: Fernanda, Teresa e Gianni; gli altri erano veterani di più o meno lunga data: Bruno, Emilio, Graziella, Marco, Valter e Zizzo. All’arrivo a Gerusalemme tutti sono stati accolti calorosamente da Ettore e da altri amici.

Giovedì mattina sveglia alle cinque e mezzo, ora locale (corrispondente alle 4 e mezza ora italiana)per andare a messa dentro il Santo Sepolcro. Poi sono iniziati i lavori alle dipendenze di padre Stéphane: trasporto dei quadri dei Custodi dei secoli passati su e giù per varie rampe di scale e per collocarli in una stanzetta affissi sulle pareti; altri si sono dedicati alla pulizia di locali sotto la vecchia sartoria asportando di tutto e di più. Venerdì il gruppo si è spostato dalle clarisse di Gerusalemme dove si doveva procedere alla sistemazione del piccolo cimitero: pulizie dalle erbacce, sistemazione delle tombe e rifacimento di un muretto. E’ stata sistemata anche la tomba di suor Maria della Trinità venerata come santa, perché le clarisse intendono ristampare una nuova edizione del libretto “ Colloquio interiore” con nuove foto. In serata cena con Ettore e Rocco, don Bonaventura , Juan e Alice. Ognuno si è presentato raccontando di sé, della propria vita, delle proprie aspettative. E’ stata una serata semplice, ma intensa, come tra amici da lunga data. I lavori dalle clarisse sono continuati sabato mattina, mentre il pomeriggio è stato dedicato ad una visita a Betlemme alla basilica, alla grotta del latte e a S.Caterina. Al ritorno a S.Salvatore c’è stata la recita dei “primi Vespri” della Pentecoste; Valter ed Emilio sono andati alla processione fino al Gethsemani organizzata dal gruppo del Rinnovamento dello Spirito per pregare per i Cristiani perseguitati. Domenica, è stata tutta dedicata a festeggiare la Pentecoste: la mattina con la messa solenne cantata divinamente dal coro a S.Salvatore, poi col pranzo dai francescani ( pranzo da festa solenne) e nel pomeriggio con processione partita dalla Custodia fino al Cenacolo dove si è conclusa con la recita dei Vespri.
Vivere la Pentecoste in Terra Santa dà proprio l’immagine di quando lo Spirito è disceso su Maria e gli apostoli: una moltitudine di persone radunate ( anzi stipate) nel Cenacolo di nazionalità e lingue le più diverse che si fondono in un tutt’uno nella preghiera e in particolare nella recita del Padre Nostro; ognuno nella propria lingua invoca l’unico Padre. Lunedì padre Sergio ha celebrato la messa per i volontari nella cappella dei Franchi o della Madonna dello Spasimo. Ripresi i lavori: in 4, Gianni, Bruno, Teresa e Fernanda hanno accompagnato una madre delle clarisse ruandese,suor Alba Chiara, Vittoria e padre Alessandro in un giro in Galilea, con tappe sul lago di Tiberiade (Cafarnao, Tabga, Beatitudini), sul Tabor e a Nazareth. Padre Alessandro ha fatto loro da guida collegando quei luoghi a brani biblici. Emilio e Zizzo sono dovuti partire per Nazareth in gran fretta per portare del materiale necessario al tecnico americano per il restauro di un capitello di origine crociata. Il martedì a pranzo alcuni hanno posto la domanda su come si può definire una grazia la nascita di un figlio disabile o la malattia/ morte di una persona. Graziella ha testimoniato quanto il periodo della malattia di suo marito ( 5 anni) fosse stato per entrambi un di più di vita e anche, dopo la morte di lui, lei si senta tuttora graziata, cioè cambiata nel modo di vedere e affrontare le circostanze della vita. Da giovedì a domenica il gruppo si è spostato a Nazareth nel convento delle clarisse per lavori di sistemazione del parco e del giardino; successivamente si è proceduto al carico nel container di sterpi, erbacce e rifiuti vari buttati dall’esterno. Alla sera era d’obbligo la visita alla Grotta dell’Annunciazione per pregare la Madonna e nella chiesa Bottega di S.Giuseppe. Sabato sera, dopo un giro al Tabor, Habib ha voluto a tutti i costi che si andasse a cena a casa sua. L’accoglienza da parte di tutti i componenti la famiglia è stata come sempre fraterna e, nonostante le difficoltà della lingua, festosa e cordiale. Negli ultimi due giorni alcuni sono andati a lavorare al romitaggio del Gethsemani e altri a Betfage. Il ritorno è avvenuto il 3 giugno con partenza da Tel Aviv per Roma con un ritardo di due ore, ma in tempo per le coincidenze chi per Bologna e chi per Milano.

1° viaggio primaverile del 2015

Il primo viaggio primaverile del 2015 si è svolto dal 29 aprile al 13 maggio. Era composto da 9 persone, due delle quali alla loro prima esperienza. Riportiamo la testimonianza di Paolo di Modena, responsabile del gruppo.
Carissimi, siamo rientrati dopo due settimane molto intense, di lavoro e di incontri.
Veramente una grazia che ci ha accompagnati sempre scandendo ogni attimo delle giornate, una compagnia gratuita e sempre viva di fronte a quello che succedeva e a quello che ci veniva chiesto ogni giorno. La certezza di essere li per qualcosa d’Altro ci ha permesso di non lamentarci della realta’ e dei programmi che cambiavano continuamente. Questo e solo questo ci ha costretti ad avere un cuore aperto.
Martedi’ durante la pausa pranzo dalle Clarisse, abbiamo fatto un breve scambio di esperienze;
Semplicemente raccontandoci cosa ci aveva colpito e come avevamo vissuto le due settimane passate insieme. La cosa che tutti hanno detto e’ stato il riconoscere un passo fatto rispetto ad altre volte nel vivere la compagnia tra di noi e con tutti quelli che abbiamo incontrato; qualcuno diceva che l’anno scorso era tutto incentrato sull’andare sempre al Santo Sepolcro, ma che invece quest’ anno il seguire quello che ci veniva chiesto e’ stato di grande aiuto.
Le due persone nuove si sono integrate benissimo; in particolare Anna Maria (ottima cuoca), dopo il primo giorno, gia’ mi chiedeva: …..quando partiamo per il secondo turno???. Sembrava essere stata con noi da sempre .
L’altra cosa che ci ha molto aiutato e’ stato incontrare gli amici di sempre, ma sempre nuovi,
In particolare Padre Stephane, Padre Alliata, Padre Jerome, Padre Quirico, le suore Clarisse, quelle della Societa’ Antoniana a Betlemme, le suore di Nazareth, gli amici Palestinesi con Vincenzo e gli amici di Ferrara. Mai niente di scontato, ma il raccontarci di un cammino fatto. Poi l’amicizia con Ettore, che, posso dire, mai come quest’anno,
si e’ rivelata importante; molto spesso e’ venuto a cena da noi ed e’ stata una occasione ( credo anche per lui) di vivere questa grande compagnia con liberta’, cosi’ come siamo.
Il rapporto con Padre Stephane e’ cresciuto moltissimo. Ci ha avuto sempre presente, invitandoci ai momenti con gli altri frati, alla cerimonia della “Invenzione della croce” seguita dal pranzo, alla loro messa comunitaria nella cappella del convento, la messa che ci ha celebrato la mattina della nostra partenza, poi a cena da noi, dove veramente ci ha testimoniato il bene che ci vuole. Abbiamo veramente respirato un clima di grande famigliarita’.
Non sono successe cose eclatanti, ma dentro la normalita’ della vita credo che ognuno si sia messo a disposizione di un progetto non nostro, certi che il seguire qualcun’ Altro, ( anche concretamente nella realta’ quotidiana) e’ meglio, e’ un guadagno.
Ringraziamo il Signore per quello che ci fatto vivere e incontrare.
Un abbraccio.
Paolo

Pellegrinaggio a Loreto

Domenica 12 aprile ci siamo recati,come già da diversi anni, in pellegrinaggio a Loreto per mettere la nostra associazione, il nostro lavoro, le nostre vite nelle mani e sotto la protezione della Madonna. Eravamo oltre 60 tra soci, parenti e amici che desideravano conoscere più da vicino la nostra esperienza. La giornata è cominciata con la recita del S.Rosario, salendo la “scala santa”, intercalato da letture e canti. Alle 11 abbiamo partecipato alla s.messa celebrata dal vescovo di Loreto e allietata da cori di musica sacra di varie nazionalità, presenti a Loreto. Dopo il pranzo conviviale, si è svolta l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio, preceduta dalla presentazione di quanti partecipavano per la prima volta a un gesto dell’associazione, “i nuovi” . L’assemblea è stata anche l’occasione per uno scambio di esperienza vissute, per un confronto e per il lancio di nuove iniziative, in particolare dei prossimi viaggi di lavoro.

Modena – domenica 15/3/15

 

Modena 15 marzo 2015
Quasi 90 persone, tra soci dell’associazione e amici, giunti con un pullman da Rimini e con diverse macchine da Macerata, Milano, Brianza, Novara, sostano davanti ad una tomba nel cimitero di Cittanova (Mo). E’ la tomba di Enzo Piccinini, una tomba che sembra essere sconnessa per ricordare che Enzo, dove arrivava, non lasciava indifferenti, creava un terremoto. Sono ad accoglierci gli amici di Modena, Fiorisa, la moglie di Enzo, e Massimo, presidente della Fondazione Piccinini. Fiorisa ci testimonia alcuni momenti della vita di Enzo, colui alla cui morte don Giussani scrisse: “… Enzo fu un uomo che, dall’intuizione avuta in dialogo con me 30 anni fa, disse il suo sì a Cristo con stupefacente dedizione, intelligente e integrale come prospettiva, e rese la sua vita tutta tesa a Cristo e alla sua Chiesa. La cosa più impressionante per me è che la sua adesione a Cristo fu così totalizzante che non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo …”. Sentiamo quelle parole come in stretta sintonia con la nostra esperienza in Terra Santa, per cui preghiamo che avvenga anche per noi la stessa dedizione.
Ci spostiamo, quindi a Modena: il ritrovo è davanti al Duomo, opera grandiosa del romanico-padano, di cui la prof. Maria Donata ci descrive la facciata, la struttura e un po’ della storia (..) che documenta in modo stupendo la fede ed anche la pratica liturgico- pastorale della chiesa modenese nei sec. XII e XIII.
Alle 12,15 partecipiamo alla messa in duomo celebrata dal vicario vescovile che ci fa partecipi di una gentile accoglienza.
Il momento conviviale è cordiale e fraterno. All’ordine del giorno le specialità modenesi: lo gnocco fritto, le tigelle, il lardo, i tortellini ed, ovviamente, il Lambrusco.
Siamo quindi tornati in duomo dove Roberto ci ha con dovizia di narrazione fatto gustare la bellezza dell’interno della basilica nella cui cripta è custodito il corpo di san Geminiano vescovo, patrono di Modena.
Poi, il ritorno a casa, lieti.
Un ringraziamento particolare va agli amici di Modena che hanno curato con passione e precisione tutti i momenti della giornata.

Modena 15 marzo . Una testimonianza

 

Sabato e Domenica…..primerear

Alzarsi quando fuori è ancora buio è buona pratica. A me è accaduto sabato e domenica e provo a raccontarvi brevemente come. Da Rimini partiamo in pullman per andare a Modena dove un’amico, morto tragicamente alcuni anni fa, ci aspetta.
Durante il viaggio preghiamo ed ascoltiamo alcune testimonianze di Enzo. Arrivati a Cittanova mi aspettano Mario,Carlo, Dionisia, Roberto ed altri che sono venuti lì dalle loro città .Mi aspettano ne sono certo, aspettano me come io aspettavo da tempo di poterli rivedere per trascorrere una giornata insieme. Entriamo al cimitero a salutare Enzo. Sua moglie Fiorisa con un’amico è già lì accanto alla strana tomba dove preghiamo tutti insieme. Siamo ottantasei.
Una infreddolita ragazza ci aspetta al Duomo per illustrarci l’esterno della cattedrale e finito frettolosamente il giro entriamo per la Santa Messa. Il Santissimo ci attende. Comincio ad avvertire come qualcosa che permea tutta la giornata, una giornata medievale?
Arrivati al ristorante, sull’ingresso, un signore ci dice vi stavamo aspettando! Si mangia bene, si chiacchiera e si discute. Con passo veloce torniamo al Duomo per la visita interna. La guida mi guarda e dice, benarrivati. Sette giorni prima a Roma c’era vento come oggi quando quell’uomo venuto dalla fine del mondo diceva: vi aspetto sempre, da sempre, anzi vi “primerear” precedo sempre. Amici si riparte che il pullman ci attende. Io mi fermo e piegandomi raccolgo il mozzicone di sigaretta che avevo gettato sul sagrato e me lo metto in tasca. Io ti amo così. Una vita così, degli amici così. Alzarsi presto al mattino è buona cosa, Qualcuno sempre ti attende già.

Daniele

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