4° turno autunnale 2017

 

Non c’è niente di scontato, ma proprio niente. Anche se il gruppo di questo turno si conosce e si frequenta da tempo c’è stata la sorpresa di rivedersi la prima sera dopo il viaggio, ma poi già dal giorno dopo, emerge il desiderio di approfondire ed allargare un’amicizia spontanea fondata su di una fede comune volta a farci comprendere e vivere ciò che ci sta accadendo.
Nel dopo cena si è ricordato quando ognuno di noi ha incontrato CL e successivamente l’Ass.ne Gelmini segnando il proprio incontro al Reale che si vive ogni giorno in questo luogo. Ecco che setacciare terra degli scavi archeologici, scrostare e pitturare pareti, pulire candelabri, ripulire il giardino delle Clarisse e, soprattutto, accudire e cucinare per un gruppo così variegato di età e provenienza diventa il modo con cui si incontra il proprio modo personale di vivere la fede in Cristo all’interno di una comunità sempre più apprezzata dai Frati della Custodia.
Venerdì 8 dicembre abbiamo lavorato regolarmente malgrado la Festa dell’Immacolata per poter andare il sabato a Betlemme. Abbiamo anche partecipato alla processione delle 12,00 con i Frati. Con stupore di molti, poiché era una novità, si è andati a Betlemme con il Bus di linea. Eravamo in mezzo a tanti palestinesi; da qui potete comprendere la nostra serenità malgrado il bombardamento mediatico sugli attentati. La domenica alcuni si sono spinti sino al Getsemani per la messa celebrata nel pomeriggio; c’è stata la possibilità di ascoltare una testimonianza veramente bella e colma di entusiasmo di Padre Oscar responsabile del Romitaggio al Getsemani. Entusiasmo per il lavoro che sta svolgendo unito da una profonda fede in Cristo sbocciata in età giovanile a causa di una invalidità del padre. Ci ha mostrato tutti i lavori eseguiti al Romitaggio con una forza e carica emotiva unica e travolgente mostrandoci come Cristo può entrare anche nel lavoro muovendo montagne per ottenere piccole o grandi donazioni destinate alla conclusione dei lavori.
Venerdì dopo la S.d.C. numerosissima e con la presenza di Garcia abbiamo cenato tutti insieme a Maria Bambina; circa 36 persone con Filippo Gelmini che compiva 22 anni ed i fratelli Lo Russo che gli hanno suonato tanti auguri al violino allietandoci anche nel dopo cena. Sabato si è incontrata suor Emanuela, bergamasca, missionaria per tanti anni in Tanzania, che sta vivendo un periodo di discernimento spirituale con la propria Confraternita. Una sera c’è stato a cena Ettore sempre illuminante e cordiale con ognuno di noi mentre in cinque hanno trascorso la notte all’interno della Basilica del S. Sepolcro. C’è stata la possibilità di avere nostre ospiti a cena suor Maria Angela e le sue sorelle che abitano con noi a Maria Bambina. Toccante la testimonianza di Pia, una giovanissima suora vietnamita, che ci ha raccontato le difficoltà di essere cristiani nel suo paese. Si è pranzato a San Salvatore un giorno ed ecco le parole che ha pronunciato Fra Stephane prima di iniziare “oggi abbiamo ospiti il 4° e ultimo turno di quest’anno 2017 dei Gelmini che stanno svolgendo lavori encomiabili e necessari a tutta la Custodia- Speriamo di rivederli ancora cosi bravi e numerosi in primavera prossima” A tutti noi queste parole segnano il cuore e per chi ci conosce bene sentiamo già che ci dispiacerà lasciare questi luoghi. Preghiamo il buon Dio che ci dia la possibilità di ritornare anche l’anno prossimo.

3° turno autunnale 2017

 

Il terzo viaggio di lavoro si è svolto dal 22/11/17 al 6/12/17 ed era composto da 12 soci tra cui 3 alla prima esperienza con noi..
La presenza di 3 nuovi partecipanti, di cui 2 per la prima volta assoluta in Terrasanta, ha costretto tutti a fare i conti con un “di più” di attenzione al nostro stare insieme. Niente si può mai dare per scontato, neppure se già ci conosciamo. Anche le origini di ciascuno parlano di diversità, infatti mettere insieme Milano, Carate Brianza, Ferrara, Cento, Rimini, Riccione, S. Martino dei mulini, ci vuole una bella fantasia. Eppure succede ancora quel qualcosa che sa di “Miracoloso”. Siamo insieme e stiamo bene. Ovviamente, ci sono tutte le smussature del caso, nessuno è perfetto ma tutti tesi all’unità, cioè a fare quello che ci viene chiesto dai nostri riferimenti. Chi va a lavorare a Betlemme a montare la mostra su S. Francesco di Assisi dopo averla smontata dalla curia di Gerusalemme, chi si appresta a rifare i soffitti al Magnificat, chi a pulire candelabri e chi a setacciare terra a S. Salvatore, chi a fare tanti lavori a Maria Bambina che è come la fabbrica di S. Pietro. Questo i primi giorni. Maria Bambina sta diventando un porto di mare; tanta gente passa da lì e con la quale occorre condividere anche gli spazi. Un gruppo di giovani Dossettiani, alcune polacche e con tutti si aprono nuove conoscenze e momenti di convivialità. La Messa quotidiana alle 6, 30 al S Sepolcro con i Frati, rigorosamente cantata in latino é la preferita rispetto alle altre lingue, anche per una condivisione con i frati. Il primo venerdi abbiamo partecipato alla Sdc insieme alla comunità di CL di quà e alla sera abbiamo condiviso con tutti loro la cena a Maria Bambina, preparata e offerta da noi. Ettore ci ha poi sorpreso con delle osservazioni sulla bellezza di questo gesto conviviale con i ragazzi. Propone che questa modalità possa inaugurare una tradizione per i gruppi Gelmini. Domenica pomeriggio Ettore ci ha accompagnato dal Cenacolo, alla Casa di Caifa, stupendo tutti con le sue spiegazioni. A cena con lui è stata occasione per tutti di raccontare le proprie impressioni sul turno. Qui i nuovi hanno sorpreso tutti per la libertà con la quale sono intervenuti.
Da lunedì siamo stati divisi: 4 sono rimasti a Gerusalemme mentre gli altri 8 sono saliti a Nazareth dalle Suore Clarisse. Dall’ arrivo a Nazareth, dopo la visita alla casa di Maria, l’annunciazione è diventato occasione per richiamarci ogni giorno a “quel fatto” che interroga tutti e dal quale ogni cosa ha avuto inizio. Anche il nostro fare, se non partisse da quel Fatto, sarebbe vano.
Abbiamo avuto a cena S. E. Mons. Pierbattista Pizzaballa. Questo appuntamento, pur programmato, ha comportato il fatto che quelli che erano a Nazareth abbiano dovuto rientrare a Gerusalemme per risalire la mattina successiva. Non potevamo rinunciare a questo appuntamento con l’amministratore apostolico che ogni volta ci sorprende con la sua amicizia, benevolenza e paternità. Il rientro a Nazareth ci ha permesso di salutare le suore di Maria Bambina dell’ ospedale Fatebenefratelli, con la visita alle nuove sale operatorie (4) donate dalla Germania. Nel pomeriggio tutti i Gelmini sono giunti a Nazareth tranne un amico che è rimasto a Gerusalemme. A Nazareth oltre a svolgere un grosso lavoro al giardino delle Clarisse, abbiamo potuto incontrare alcuni amici locali. Habib con tutta la sua famiglia e una sera Nader Zidane. In particolare quest’ultimo ci ha stupito nel raccontare quanto sia forte la sua fede che gli permette di svolgere un importante lavoro di aiuto e di amore alla sua gente, sia come medico sia come uomo di fede che pratica la carità ai fratelli, come faceva Gesù. La grande fatica fisica non ci è stata di ostacolo né all’unità tra di noi e neppure nella attenzione alle Sorelle Clarisse che ci hanno custodito dentro al monastero che abbiamo più e più volte messo a soqquadro con le nostre incursioni dovute ai lavori in corso. Le sorelle sono 7 messicane, 3 francesi, 1 libanese, 2 Ivoriane. Ascoltarle pregare e cantare nelle diverse lingue senza perdere la tensione a quanto stavano facendo ci ha fatto pensare ai Gelmini, quando è chiaro lo scopo del nostro fare, tutte le differenze sono annullate a favore dell’unità. In questo secondo fine settimana abbiamo potuto visitare i luoghi tradizionali della vita di Gesù in Galilea: Il Tabor, Tabga, Cafarnao Anche qui, la presenza dei nuovi ci ha costretto a rileggere i diversi commenti di Giussani e di Ettore, rinnovando in tutti noi quella sorpresa e quella gratitudine al Mistero che ha voluto farsi carne e costruire una compagnia di uomini nel Suo nome, altrimenti impossibile. La domenica, dopo aver salutato le Suore, passando da Acri siamo rientrati a Gerusalemme. Eravamo già abbondantemente pieni di gratitudine per tutti i doni e le Grazie ricevute in lavori, incontri, ricchezze estremamente significative, provocazioni forti al nostro muoverci e al nostro fare, che gli ultimi due giorni si pensava già al ritorno mentre un di più di Grazia ci attendeva ancora:la cena con le suore che gestiscono Maria Bambina, la S. Messa dentro al S. Sepolcro alle 5,30 e la cena con gli amici a Betlemme. Tutti elementi che però non possono restare solo momenti emotivamente significativi, sveleranno il loro vero significato nel tempo, solo se ciascuno saprà andare a fondo alla domanda che non dobbiamo mai smettere di riproporre a noi stessi: Chi c’è lo fa fare? A Chi e a che cosa risponde ogni nostra azione?

2° turno autunnale 2017 dall’8/11 al 22/11/17

Il secondo gruppo del 2017 dei viaggi autunnali è composto da 9 persone perché l’amico Giovanni di Milano si è ammalato pochi giorni prima della partenza.
Già la sera dell’ arrivo a Gerusalemme si è constatato che la nostra amicizia è capace di essere attenta anche ai particolari: gli amici che erano già a Gerusalemme li hanno accolti preoccupati di preparare loro la cena. Da giovedì sono incominciato i lavori: preparazione dei locali e strutture al Terra Santa College per trasportarvi gli scatoloni con i reperti del museo. Altri hanno iniziato le pulizie di alcuni locali ristrutturati. Tali lavori sono proseguiti anche Venerdi e sabato mattina. Venerdi sera c’è stata la scuola di comunità sulla giornata d’inizio . Sabato visita a Betlemme col desiderio d’incontrare gli amici,ma non è stato possibile. Filippo ci ha portato alla Guest House, di cui è stata ammirata la bellezza e apprezzata la possibilità di accoglienza. Padre Artemio, che è l’attuale priore di Betlemme, ha dato la possibilità di partecipare alla messa nella grotta della Natività domenica mattina; poi colazione con lui e la possibilità di vedere il convento. Padre Artemio si è intrattenuto con tutti amabilmente. Pranzo a Ein Karen da padre Severino, visita alla chiesa del Magnificat e casa di San Giovanni Battista, alla Visitazione e a San Giovanni nel deserto. E’ stato letto l’articolo su padre Solalinde e discusso poi sugli aspetti che quotidianamente ci coinvolgono e interrogano: immigrati, mendicanti, ecc. Sono venuti in mente i ragazzini che al check-point assalgono per vendere di tutto e della nostra preoccupazione di sfuggirgli. E’ venuta la domanda se fosse lo sguardo che Gesù avrebbe avuto su di loro. La domanda è rimasta aperta.
Lavoro dalle clarisse a raccogliere le olive.
Frate Giuseppe ha invitato il gruppo alla messa che diceva nel S.Sepolcro alle 5 a cui abbiamo partecipato con immensa gioia.

Si è continuato ad andare dalle clarisse per la raccolta delle olive: è sempre bella la loro accoglienza. Nei giorni successivi è continuato il trasloco dei cartoni al Terra Sancta College e si è aiutato anche per il trasloco di sister Naomi. La cena con mons Pizzaballa :è stata come sempre un momento familiare in cui si conversa fra amici di problematiche semplici o impegnative. Abbiamo potuto constatatare ulteriormente che il momento della cena può essere occasione importante per incontrare vecchi e nuovi amici e approfondire la reciproca conoscenza.
Per la festa di S.Elisabetta d’Ungheria, patrona delle suore che sono a Maria bambina, suor Mariangela ha organizzato un momento di festa con le sue consorelle ed ha chiesto il nostro aiuto. C’è stata la concelebrazione del custode con altri frati nella Cappella di Maria Bambina, alcuni novizi suonavano e cantavano, poi rinfresco con tanti cibi e bevande. Hanno partecipato un centinaio di persone. Il momento conviviale è stato familiare. Le suore hanno comunicato l’intenzione di avviare un percorso formativo per i ragazzi volontari e ospiti. Nel week end si è andati in Galilea. Abbiamo fatto incontri belli con p. Riccardo e p. Andrea al Tabor; con le clarisse di Nazareth che hanno voluto esserci tutte per salutarci con grande affetto e farci visitare la chiesa restaurata, che è proprio bella; i volti delle suore erano gioiosi. Anche le suore dell’ospedale ci hanno accolto calorosamente. La sera abbiamo partecipato alla processione con recita del rosario in diverse lingue attorno alla basilica dell’Annunciazione. Ettore ci ha condotto in una visita guidata a Tabga, Cafarnao e Beatitudini.
Una sera siamo stati a cena a Betlemme con le amiche e amici betlemmiti.
E’ stato di grande aiuto per un’esperienza unitaria partecipata da tutti un momento di riflessione su brani tratti da “dov’è Dio” di Carron e la recita dell’Angelus alla mattina prima di iniziare i lavori.

1° turno autunnale dal 12 ottobre al 26/10/17

Sono 7 gli amici che partecipano al primo turno.
Riportiamo ciò che hanno testimoniato
“Questo è un turno estremamente ricco di umanità, di energia, di fantasia, inventiva, caratterialità…… ma la cosa stupefacente è che quello che ha dominato su tutto è stata l’unità
Tutta questa umanità misteriosamente e miracolosamente, nell’amore a Cristo, ha portato a vivere dei momenti belli tutti insieme.
Abbiamo verniciato diverse ringhiere in Custodia. Nei nuovi bagni di Maria BambinaTonino ha avuto da fare mille cose per sistemarli con tutte le piccole cose che ancora mancano. Le donne, una volta sistemata la cucina, hanno iniziato a setacciare la terra per P. Alliata in Custodia dove lui sta facendo degli scavi. Sabato pomeriggio siamo andati alla giornata d’inizio d’anno con tutti gli amici a Betlemme. Abbiamo preparato la cena per tutti; anche le nostre amiche di Betlemme ci hanno portato dolci e specialità loro. La domenica siamo partiti presto e siamo andati a Betania alla tomba di Lazzaro, al monastero di S. Giorgio, abbiamo visitato i mosaici del palazzo del sultano a Gerico, siamo andati al Giordano al battesimo di Gesù. Siamo quindi andati chi al Mar Morto a giocare col fango, chi a Masada: qualcuno naturalmente si è impiastricciato tutto col fango!
Il lavoro di setaccio è continuato anche con l’aiuto di Filippo, il figlio di Romano Gelmini che per qualche mese sarà qui a Gerusalemme.
Anche il secondo weekend è stato molto intenso: venerdi sera siamo andati a nazareth dalle suore dell’ospedale; sabato mattina P. Jerome che ci ha detto la messa e Michela e Paolo hanno rinnovato le promesse matrimoniali. Poi al Tabor a trovare Fratel Andrew: entrambi sono stati felicissimi.. A cena è venuto Habib con la famiglia: è sempre un momento di festa e di amicizia grande.”

Al Meeting tanti momenti di incontro

Presso lo stand della nostra Associazione al Meeting di Rimini si sono svolti tanti momenti di incontro bellissimi.

3° viaggio dal 28/6 al 12/07/17

 

Al viaggio hanno partecipato 10 soci di cui un socio alla sua prima esperienza.
Il tema dominante è stato l’aiuto alle sorelle Clarisse di Nazareth e di Gerusalemme. Abbiamo infatti trascorso i primi giorni a Nazareth a ripulire il grande giardino, orto e persino cimitero delle suore. Un lavoro piuttosto faticoso sotto il sole cocente, ricompensato, tuttavia, dalla loro grande accoglienza e dalla loro preghiera. Tutte le mattine hanno invitato un prete della Basilica della Natività, Don Renato Rosso, a dire la Messa in italiano per noi. Iniziare la giornata celebrando la Messa con loro, recitare l’Angelus al suono delle campane della Basilica, assistere alla cerimonia commovente dell’Angelus nel luogo dove “Verbum caro hic factum est”: questa è stata la Grazia che ha reso la nostra convivenza veramente calda, vera e cordiale. In fondo pochi fra noi si conoscevano e non è scontato che scatti subito una familiarità ma siamo certi che fra noi c’è Qualcuno che ci rende un cuore ed un’anima sola, coscienti dei nostri difetti ma tutti tesi all’unità in una sequela e in un’obbedienza a ciò che ci viene chiesto, prima di tutto a Ettore e a chi è il riferimento del gruppetto.
A Nazareth abbiamo anche smontato i letti all’ospedale “Holy Family” e li abbiamo caricati sul camion, diretti a Gerusalemme. Il tutto sotto lo sguardo vigile del nostro caro amico Habib. Ritornare a fare delle attività nell’ospedale del “Fatebenefratelli” dove è iniziata la storia della “Gelmini” è stato commovente: un accavallarsi di ricordi, di persone, di fatti. Habib e la sua bella famiglia ci hanno preparato una cena in stile palestinese presso le Clarisse dove alloggiavamo. E’ stata la testimonianza implicita di una famiglia arabo-cristiana molto bella e dal grande cuore. I canti che abbiamo fatto alla fine sono stati la degna conclusione della giornata. Abbiamo trascorso il week end visitando Acco e la fortezza del Crociati, un luogo davvero interessante che fa parte della nostra storia. Una breve visita a Cana per trovare padre Jerome, sempre accogliente e ospitale che ci ha raccontato della morte della sua giovane sorella per un incidente stradale. Poi, il giorno dopo, siamo stati in quelle meraviglie di Cafarnao, Tabgha e sul monte Arbel.
Di ritorno a Gerusalemme, nel Santo Sepolcro, abbiamo assistito all’ordinazione sacerdotale e diaconale di alcuni giovani frati. Ha presieduto la Messa il Vescovo Pizzaballa. Ci ha colpito tanto, durante l’omelia, la domanda che ha rivolto a loro ma anche a tutti noi: “Quando sarete scoraggiati, tornate a questo momento, al desiderio di stare dentro la domanda di Gesù che chiede:“Chi sono io per te?” la risposta potrà essere imperfetta ma dentro un dialogo è vera. Lui sempre vi attende con fedeltà!”

Abbiamo avuto la Grazia di aver ospite a cena con Ettore il vescovo Pizzaballa e, provocandolo sulla sua prossima venuta al Meeting, ci ha di nuovo stupito per la corrispondenza con quello che dice Carron. Lui si chiedeva: come proporre oggi il Cristianesimo in un tempo in cui sembra non interessi più a nessuno? Solo l’attrattiva di chi vive un rapporto vero con Gesù è in grado di contagiare chi ha una domanda di verità sulla propria vita. Ettore ha voluto condividere con noi pensieri e riflessioni che hanno uno spessore e una profondità tale da commuoverci profondamente. Durante il percorso che dal Santo Sepolcro ci ha portato fino al Monte degli Ulivi, passando per il Museo ebraico (dove sembra abbiano scoperto la casa di Caifa) siamo giunti al romitaggio dove ci aspettava Padre Diego. Anche qui siamo stati colpiti dalla sua accoglienza (ci aveva preparato il cocomero fresco e il caffè), ci ha voluto mostrare il romitaggio e gli ultimi lavori per renderlo un luogo di preghiera funzionale e bello.

2° viaggio dal 7 al 21 giugno

 

Dopo un giorno di viaggio, ci siamo ritrovati tutti (milanesi e riminesi) insieme verso le 24.00. C’erano i nuovi, ma è stata subito amicizia: Piero, Anna, Silvia Zizzo, Gianni, Emilio, Gianni, Adolfo e Ornella.
Giovedì, tutti dalle Clarisse di Gerusalemme, luogo dove il sorriso di Dio passa attraverso suor Cristiana, suor Alba Chiara, suor Joshua e tutte le altre che si incontrano durante i lavori e quando, assetati e accaldati, ti raggiungono con la limonata fresca dissetante.
Questa volta si trattava di ripulire e verniciare spazi per la foresteria con tempi ristrettissimi per cui, dopo anche l’intenso lavoro di venerdì, siamo tornati sabato mattina per ripulire e verniciare l’ultima ringhiera e l’ultima porta appena montate e rimettere a posto gli attrezzi. Però Maria Chiara era orgogliosa di poter accogliere dignitosamente martedì quattro monaci che terranno delle importanti conferenze.
Venerdì sera, S. Messa dai maroniti. Ettore si è lanciato in un intervento che ci ha rincuorati, perché ha descritto un episodio della sua vita in cui si è reso conto di quanto poveri noi siamo, ma è proprio da qui che si può ripartire, perché Gesù ci ha fatti e ci conosce e, perciò, ne risponde e ci risponde facendoci ripartire con energie nuove che ci manda attraverso la Sua provvidenza. Che bello, comunque, reincontrare gli amici che sono qui in Terrasanta: padre Bonaventura, Paolo, Sara, Rocco, Luca…. e tanti altri. La serata si è conclusa, poi, con Ettore, in pizzeria. Sabato pomeriggio a Betlemme a visitare la grotta della Nascita ed a recitare un Rosario che ci ha permesso di giungere più attenti alla Stella della Grotta. Ma le sorprese non sono finite: andando alla Grotta del latte, abbiamo assistito ad un momento delle Sorelle Adoratrici che cantavano il Vespro fuori dalla Cappella dell’Adorazione in un modo meraviglioso: delicato, all’unisono e molto armonioso.All’uscita abbiamo incontrato un gruppo di operai italiani della ditta Piacenti (quella che sta restaurando la Basilica della Natività): ci ha colpito la loro gioia e fierezza di poter fare questo lavoro con soddisfazione in un momento nel quale è più frequente sentirsi rispondere che il lavoro pesa e non si sa se essere contenti di averlo o di non averlo. Sempre a Betlemme abbiamo incontrato Vincenzo e Suor Lucia: che belle persone! Da ognuna di loro si ricava una voglia di essere aperti alla realtà, alle circostanze e di darsi totalmente alla vita che il Signore ci ha indicato e ci conduce a proseguire! Domenica siamo stati accompagnati da Ettore “alla casa di Caifa”. Siamo partiti dal Santo Sepolcro, luogo molto martoriato da distruzioni e rifacimenti, ma sempre testimonianza della potenza di Gesù. Lungo la strada incontriamo il luogo dove i Templari, monaci guerrieri che vivevano nel mondo, hanno costruito un grandissimo Ospitale per pellegrini, ammalati, poveri in genere; erano gente del passato, eppure che carità e intraprendenza!
Tutti, all’inizio della giornata, chi prima chi dopo, ma sempre in compagnia, mettiamo in conto l’appuntamento al S. Sepolcro che è la pietra miliare della nostra presenza a Gerusalemme; la cosa straordinaria è che riusciamo quasi sempre anche ad entrare nell’Edicola durante la celebrazione della S. Messa e questa vicinanza con Gesù nel luogo della Sua sepoltura e risurrezione ci fa provare una commozione sempre nuova come il primo giorno.
Tutti da Irene il giorno dopo sempre più vivacemente piena di lavori da affidarci: tutti più o meno basati su pulizie e lucidature: bauli, casse, incensieri, candelabri, cornici d’argento e, quest’anno, decine di orologi preziosi, uno più bello dell’altro. Abbiamo scoperto che il materiale per lucidare, oltre a una bella quantità di “olio di gomito”, senza il quale non funziona nulla, sono il limone puro, l’aceto, il dentifricio con relativo spazzolino da denti…. Le signore si accaparrano naturalmente i lavori per i quali bisogna essere più meticolosi e pignoli, come si farebbe in casa propria. Gli altri sono invece, dopo il primo giorno, mandati al Magnificat per montare o completare scaffali per l’archivio di questa bella scuola. In compenso due dei nostri sono incaricati di portare in giro per Israele un gruppo che viene dall’Italia e così scopriamo essere formato da due coppie, una di Milano e una di Torino, con don Michele Berchi, il rettore del Santuario di Oropa.
Giovedì trasferimento a Nazareth.
Subito dopo pranzo iniziamo i lavori suddivisi in due gruppi: uno con Habib all’ospedale Fatebenefratelli e l’altro nella Chiesa delle Clarisse. Con il solito metodo frenetico di Habib, dobbiamo radunare nell’atrio del magazzino 24 letti con relativi comodini e sponde anticaduta. Al termine, una bella birra fresca insieme ad Habib in un bar di sua conoscenza e la guida a negozi convenienti per fare le scorte alimentari; inoltre la decisione che Habib, con moglie e figli, non potendo fare festa a casa loro per il prolungarsi del lutto, verrà con la cena araba pronta da noi domani sera: insomma Habib è proprio un amico…. che non ci molla per nessuna ragione al mondo e vuole testimoniarcelo in ogni modo.
Venerdì”carico dei 24 letti su camion e, poi, su invito di suor Elia, superiora di Maria Bambina, andiamo a “rinfrescare l’ugola” dopo la sudata del carico, poi ripresa, per preparare l’altra tornata di letti per il giorno dopo.A sera, prima di cena, un’altra bella iniziativa: insieme a Zizzo andiamo alla ricerca della Tomba di padre Paolino, da Torriana, ma sepolto qui a Nazareth: ci conduce la Superiora della Casa di riposo a fianco del Convento delle nostre Clarisse, facendoci prima vedere la loro Chiesa interna che è opera di un architetto italiano Il Cimitero è sotto la Chiesa stessa. Spicca la Tomba di questo anziano frate, amico della nostra Associazione che ha trascorso gli ultimi anni come guardiano della Casa della Madonna e, ci dicono i vecchi della Gelmini, facendoli entrare direttamente nella grotta stessa.
Sabato mattina: continuazione dei lavori avviati; alle 11.00 il camion della seconda tornata dei letti è pronto, quindi noi andiamo di nuovo dalle suore, questa volta per il saluto anche a suor Maria Teresa sempre affabile e baldanzosa.
Chiusura anche del lavoro nella chiesa delle Clarisse: non completamente finito, ma ben fatto.
Viaggio a Cana per incontrare il nostro grande amico Jerome, sempre contentissimo di vederci e di farci festa: è in lutto e triste per la morte improvvisa della sua sorella del cuore, però con noi lo vediamo stare bene. Al termine le due coppie presenti hanno rinnovato i voti matrimoniali con tutti noi schierati come testimoni e con Padre Jerome come ministro della Chiesa: è sicuramente stato un gesto bellissimo.Questa sera incontro-testimonianza con Nader il medico arabo che ha studiato in Italia. È stato un incontro meraviglioso, con un amico che, per fede, sta conducendo un’opera di carità perfino geniale nella sua professionalità e nella sua originalità. Siamo rimasti tutti colpiti e attenti ed abbiamo espresso la volontà di proseguire in questa amicizia che il Signore ci manda così continuamente e gratuitamente.

1° viaggio dal 10 maggio al 24/5/17

Siamo partiti in nove perché la sera che precedeva la partenza il nostro amico Alberto di Trento si è sentito male ed è stato costretto ad un breve ricovero in ospedale. A noi, ed anche a lui, è dispiaciuto tantissimo.

Da subito siamo stati chiamati a stare davanti a ciò che capitava. Tre persone di Lugo che fanno parte del volontariato del cammino di Santiago, per conoscenze reciproche, ci hanno contattato per avere un rapporto con persone come noi che conoscono la Terrasanta e, per ironia della sorte, loro fanno lo stesso periodo qua di volontariato ed abbiamo volato anche sullo stesso aereo. E’ nata un’amicizia per cui sono venuti con noi a trovare alcune persone ed alla scuola di comunità e noi siamo stati loro ospiti a pranzo.
Il rapporto tra di noi va molto bene e ci stiamo aiutando a stare davanti a quello che succede.
Il lavoro è cominciato andando a S.Giovanni nel deserto (è il luogo dove S.Elisabetta è andata con S.Giovanni per sfuggire alla strage degli innocenti e dove si trova anche la sua tomba). Abbiamo vuotato delle casette di tante cose che non servono più, abbiamo sistemato le cose da tenere in un luogo unico sotto un bel sole e con un certo caldo. Il pranzo all’aperto sotto un albero ci ha rimessi in forma. Padre Stephane e Irene non ci hanno mollati e così venerdì ed anche lunedì continueremo a pulire i tanti candelabri di tutte le forme e dimensioni che ci hanno consegnato. Venerdì ne abbiamo fatti 50 e siamo riusciti a fare molto contenti sia padre Stephane sia Irene.
Ma Dio si serve degli incontri spesso casuali per manifestarsi. Sabato, incontrando casualmente padre Lionel direttore della biblioteca della Custodia e di quella della Flagellazione, abbiamo avuto la possibilità di andare sulla terrazza dello Studio Biblico Francescano da dove si vede Gerusalemme a 360 gradi. Padre Lionel ci ha raccontato tante cose di ciò che vedevamo e non si è sottratto alle nostre domande. E’ stato un pomeriggio veramente bello. E’ diventato più grande il rapporto e l’amicizia con lui.
Questa mattina Ettore è venuto con noi e siamo andati alla casa di Caifa(non ci speravamo che venisse). Il tragitto per arrivarci è stato un bellissimo momento perché ogni tanto si fermava per farci notare qualcosa o per raccontarci qualcosa. Alla casa di Caifa ci si è reso evidente cosa rende possibile non farsi determinare dal proprio peccato. E’ il luogo in cui il Sinedrio ha giudicato Gesù e dove Pietro lo ha rinnegato per tre volte. Vedendo quella casa si capisce che Gesù ha quasi certamente udito Pietro che diceva di non conoscerlo. Che cosa ha salvato Pietro da non fare magari quello che ha fatto Giuda che pure lo aveva rinnegato. Ettore ci ha detto: ciò che ha salvato Pietro è stato lo sguardo che Gesù ha avuto su di lui quando lo portavano via. Ognuno di noi sa cosa significa essere guardati con amore; è questo che salva nonostante quello che si è fatto.
Pomeriggio a Betlemme, dopo la visita alla grotta della nascita di Gesù ed alla grotta del latte, abbiamo casualmente incontrato due sacerdoti; uno italiano che lavora al Patriarcato con mons. Pizzaballa, ma che da due anni lavora in Giordania con i profughi iracheni ed un padre iracheno caldeo. Ci siamo chiesti lasciandoli: che cosa rende possibile che persone mai viste prima li senti immediatamente amici e fratelli? Solo Gesù è capace di questo. Non sappiamo cosa significherà questo incontro per il futuro; per ora sappiamo come possiamo contattarli e sentirli.
Da martedì a domenica siamo stati a Nazareth dove abbiamo lavorato alla Basilica dell’Annunciazione per proteggere alcune parti esterne dai piccioni e dalle Clarisse (dove eravamo alloggiati) per sistemare i diversi giardini del convento (e ne avevano veramente bisogno). Col caldo, soprattutto nei giardini, abbiamo fatto piuttosto fatica, ma ci sono stati degli incontri che l’hanno fatta passare in secondo piano. Prima di tutto padre Carlos, argentino, alla Basilica. Un giovane frate con la coda legata che ci indicava dove operare, ma che poi ci ha fatto una visita guidata della basilica per poi terminare con l’Angelus davanti alla grotta santa. Siamo stati gli unici presenti a poter scendere all’altezza della grotta che aveva le porte aperte mentre tutti le altre persone erano al piano superiore. Un’altra persona incontrata è stato un medico di una cittadina vicino a Nazareth di nome Nader. E’ venuto a cena da noi ed è una persona strabiliante. Lui è diventato una presenza nella sua cittadina, si occupa di tante persone che hanno difficoltà ad andare avanti. Ha messo dei cesti nei supermercati per raccogliere alimenti che distribuisce personalmente, va da i presidi per farsi dire chi sono i bambini che non riescono a portarsi il mangiare a scuola e poi va a trovare le famiglie, ha comprato un defibrillatore che si porta sempre in macchina, assieme ad altri presidi medici di pronto intervento, per poter intervenire visto che le autoambulanze vengono da Nazareth ed impiegano molto tempo. Ecc. Ha fatto l’università a Padova , ha 4 figli, ed è stato anche capo del CLU della facoltà(primo straniero). Le clarisse sono in parte francesi in parte messicane (madre Filippa è veramente la manifestazione della libertà di chi ha incontrato Cristo). Ieri sera abbiamo cantato per loro Reina dela paz ed è stato un successone. Anche canzoni italiane su Maria. Ieri, sabato, abbiamo fatto un giro della Galilea con tappa finale a Cana dove abbiamo trovato padre Jerome sommerso da un mucchio di pellegrini che chiedevano l’attestato del rinnovo delle promesse del matrimonio. Ci siamo messi in fila anche noi e lascio a voi immaginare cosa è successo quando se ne è accorto. Questa mattina invece siamo andati ad Haifa a Stella Maris(sul Monte Carmelo dove c’è la tomba di Elia) ad incontrare padre Arturo direttore della scuola di Haifa. E’ una testimonianza vivente quel frate anche se è complicato farlo smettere di parlare. Siamo stati con lui quasi due ore. Abbiamo preferito ripartire presto per Gerusalemme perché alle 16 chiudono la città vecchia per i festeggiamenti dei 50 anni della guerra dei 6 giorni(domani e lunedì c’è Trump e non sappiamo quali saranno le misure di sicurezza). Domenica sera è venuto a cena il Custode padre Francesco. C’erano anche Ettore e gli altri memores. E’ una persona che sa il fatto suo ed è stato un bel momento per poterlo conoscere meglio. Mercoledì ritorno in Italia

Pellegrinaggio a Loreto

Domenica 2 aprile più di 100 persone (soci, amici e curiosi) hanno partecipato a Loreto all’annuale pellegrinaggio della Associazione. E’ il momento per chiedere alla Madonna la protezione per le persone che parteciperanno ai viaggi di lavoro in Terrasanta. Quest’anno cominceranno il 10 maggio con il primo turno. Lo scorso anno sono stati 7 i viaggi effettuati che hanno interessato 72 volontari.
La giornata è cominciata con la recita del S.rosario salendo la scala santa; poi, tutti assieme, abbiamo partecipato alla s.messa nella cattedrale, pranzo assieme e poi assemblea. L’assemblea è stato il momento durante il quale ci siamo aiutati a rimettere a fuoco i motivi che ci spingono a continuare il nostro lavoro in Terrasanta. E’ stato anche il momento per l’approvazione del bilancio e per la nomina del nuovo consiglio direttivo che è passato da 7 a 9 persone. Sono stati eletti 6 persone del vecchio direttivo(Casadei Gabriele, Raggi Giancarlo, Pari Pier Luigi, Tenti Ivano, Biondi Michela, Gabellini Pier Paolo)e 3 nuove (Imola Renzo, Farina Maria Giuseppa detta Pina e Mami Giuliano). I componenti il direttivo saranno poi chiamati a nominare il nuovo presidente ed il vice.

26/2/2017 – Abbazia di Mirafiore (MI)

Un’ottantina di persone tra soci e persone interessate a conoscere di più la nostra associazione si sono riunite domenica 26 febbraio presso l’Abbazia di Mirafiore ad Opera (MI).
Molti soci dell’associazione sono residenti nella Lombardia tra Milano, la Brianza, Varese, Bergamo e Como per cui è stato pensata una giornata in Lombardia. E’ stato un momento per andare a trovare questi nostri numerosi amici, ma soprattutto per aiutarci assieme a fare sempre più nostre le ragioni che ci portano in Terrasanta affinchè non siano mai date per scontate soprattutto per chi è già tante volte che ci va.
La giornata è cominciata con una visita guidata all’abbazia, è proseguita con la s.messa celebrata da don Mario socio dell’associazione, quindi pranzo assieme e poi assemblea.
Abbiamo cominciato proiettando le interviste che erano state fatte ad amici che ci hanno incontrato in Terrasanta e che erano state preparate per l’incontro fatto a Rimini a fine settembre che aveva visto anche la partecipazione di Ettore.
Quindi abbiamo ridetto quali sono le ragioni del nostro andare in Terrasanta dove la parola chiave, così come emergeva anche da tutte le interviste ascoltate, era la parola UNITA’. Quello che gli altri vedono e che riconoscono in noi deve essere la cosa da salvaguardare sempre perché è ciò che colpisce chi ci incontra, ma soprattutto perché dice di un legame che non è dovuto a noi. L’altra cosa emersa è come ormai, al di là dei lavori che facciamo, l’amicizia che viviamo con tante persone che vivono là e che, con alcuni, sta diventando una compagnia sempre più grande dove è sempre più chiaro che quello che ci unisce non è la nostra bravura o capacità, ma la persona di Cristo che scorgiamo nelle nostre facce..
Don Mario, tirando le conclusioni della giornata, ci ha detto che il segno che dice del mistero che si comunica tramite l’umano è dato dal desiderio che ha visto in persone non più giovani quando tanti, alla stessa età, non fanno altro che tirare i remi in barca. E pensando ai tanti amici che abbiamo in Terrasanta ha detto che solo un rapporto può rimettere in moto il desiderio; infatti solo in un rapporto le pietre vive, che sono i nostri amici, hanno riscoperto di essere loro stessi “pietre vive”.

 

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