All’aeroporto ci vengono incontro contenti Ettore e Mattia che ci accompagnano subito direttamente a Betlemme.
Qui, già la sera stessa, durante le presentazioni dei nuovi (che in questo turno sono ben cinque: Gilberto, Giusy, Paolo, Roberto Tiziana,), Gilberto, con chiarezza, ci comunica che è venuto per “il bisogno di incontrare Gesù fisicamente”.
Ebbene ci impegniamo tutti a pregare per tenere desta questa domanda e ad essere attenti ad ogni piccolo segno che ce Lo mostri presente nella realtà, nelle persone che incontreremo, nei luoghi e in noi stessi e a testimoniarcene l’esperienza. È una dimensione che spazza via false preoccupazioni, attese fuorvianti e perfino la distrazione.
Da quel momento ogni attività, lavoro o compito diventa più leggero ed interessante.
Facciamo i lavori di pulizia un po’ “disperati” per la situazione di cantiere aperto nel futuro Centro culturale, ma meticolosi (per quanto possibile): ascoltiamo la bellissima comunicazione di Vincenzo che l’immobile è stato definitivamente acquistato da ATS e deve essere reso presentabile per visite prima della ristrutturazione. Sarà, quindi il nostro principale lavoro per i giorni di Betlemme, insieme a pulizie, cuciture, lavaggi tende, riordino magazzino all’Antoniano: suor Caterina è una figura di carità costante!!! Le SS. Messe delle 6.00 nella Grotta sono un incanto. Sabato pomeriggio andiamo ad Ein Karem.
Da domenica siamo a Gerusalemme per la S. Messa di consacrazione di diciannove suorine “giovani, giovani” e raggianti che si consacrano Suore francescane della carità secondo S. Elisabetta d’Ungheria nelle mani del custode Padre Patton: che evento! Non ci siamo accorti del passare di due ore e mezzo di liturgia, tanto è stato bello! Ricevimento con pranzo completo nel salone della Custodia circondati dai pannelli della bellissima mostra sugli affreschi di Giotto nella Basilica di S. Francesco di Assisi (la mostra continua a girare….).
Già al pomeriggio il caro padre Alliata ci invita alla Flagellazione per presentarci il nuovo Museo: è un “fratello grande” che si prende cura di noi piccoli, ma contenti di conoscere, di imparare, di incontrare e di ringraziare.
Nel frattempo Tiziana, qui per la prima volta, ci comunica che gli amici di Milano, che lei informa sui nostri passi, si mostrano invidiosi di questa esperienza di “lavoro gioioso” a cui risponde costantemente “venite a vedere”: mi sembra di avere già sentito questa frase….!
Durante due serate libere, ascoltiamo due bellissime ed interessanti testimonianze di Gilberto e di Roberto, diverse tra loro, ma che ci fanno “sognare”. Il primo con il racconto di una traversata in mare su una “barca a vela” in cui ha visto il riflesso sull’acqua della via Lattea (ricordate il don Gius.?) e il secondo parla di lavori per realizzare il lancio di satelliti. In tutti e due i casi c’entrano…. le stelle: per questo e per la loro abilità oratoria sono stati affascinanti.
Lunedì mattina presto (alle 6.00) grandissimo evento; partecipiamo ad una S. Messa nell’Edicola del Santo Sepolcro celebrata da frate Zaccheo, al posto di padre Giuseppe che è in Italia: è un evento felice perché , come ben sapete ormai la S. Messa nella Tomba di Gesù è un evento raro e da prenotare con molto anticipo, se c’è posto.
Segue un primo giorno dalle Clarisse. Qui i compiti sono sempre piuttosto uguali: tagliare l’erba che ormai è già fieno anche sullo stelo e ridurre i rami troppo lussureggianti di molti alberi, pulizia e sblocco di computer. Nonostante il caldo allucinante a causa del sole, è sempre un luogo di accoglienza e di pace che ci rende lieti di venire: così incontriamo le nostre care sorelle e amiche Cristiana, Alba Chiara, Joshua, Maria Letizia, sempre sorridenti e festose. Insieme ad Enrico, il fidato giardiniere, facciamo qualche acquisto per il giardino e a suor Joshua verdura e frutta per tutto il convento.
Una commissione a Gerico permette a me a Maurizio di vedere, dalla vecchia strada, il deserto di Giuda nella sua selvaggia e fantastica bellezza, a partire dal Monastero di San Giorgio fino ai confini dove riesce a giungere lo sguardo.