Il gruppo, il quarto, composto di 9 persone, è partito il 20 novembre ed è ritornato il 4/12/19. Se dovessimo identificare il lavoro prevalentemente fatto si potrebbe dire che abbiamo reso lucidi tanti candelabri di tutte le dimensioni e fogge a Gerusalemme ed a Jaffa. Non è mancata la raccolta delle olive al Getzemani. L’altro dato è che abbiamo avuto un tempo magnifico e caldo che ha favorito il nostro lavoro ed il nostro umore. Come sempre i lavori sono faticosi ( e solo per questi non varrebbe la pena andare a Gerusalemme), ma accanto ai lavori ci sono le persone, noi, ma anche i frati con i quali abbiamo a che fare e quelli che abbiamo incontrato. Padre Jozo, bosniaco, al Getzemani che ha lavorato con noi e sicuramente non meno di noi. Abbiamo pranzato assieme e questo ci ha permesso di conoscerlo di più, di conoscere la sua storia e anche di capire di più il luogo in cui eravamo. Padre Eduardo, messicano, guardiano al convento di San Pietro a Jaffa che ci accolti con molto calore, tanta disponibilità a ciò che chiedevamo come bisogno per il lavoro, che ci ha dato abbondante cibo da cucinare e che ci ha fatto da guida per la città di Jaffa. Ci ha spiegato perché la loro chiesa è intitolata a san Pietro. Qui infatti l’apostolo ha fatto il miracolo di risuscitare Tabita morta, ed ha avuto la visione della tovaglia contenente i cibi che si ritenevano buoni e quelli che si pensavano immondi perché potesse capire che tutto è buono quello che proviene da Dio. Siamo stati invitati anche a pranzo nel refettorio con i frati e ci è stata servita pasta e salmone(era venerdì). Su indicazione di Ettore abbiamo passato un fine settimana in Galilea e, su indicazione di Ettore, abbiamo dormito nella nuova guest-house di Cafarnao accolti dal priore fra Luca, bergamasco, con grande cordialità. La struttura è nuova ed è molto accogliente. Sicuramente, per tutti noi, la cosa più bella però è stato essere in quel luogo quando non ci sono più masse di pellegrini. Tantissimi di noi amano Cafarnao in modo particolare, ma poter vivere l’atmosfera del tramonto sul lago, l’alba con la visione del sole che sorge da dietro il monte, girare tra le rovine dove l’unica compagnia erano due gatti, è stata un’esperienza veramente grande. Il luogo ci ha anche aiutati a parlare tra di noi su come stavamo vivendo questo periodo in Terrasanta e per aiutarci a viverlo sempre meglio per i giorni che rimanevano. Domenica mattina, prima di Avvento, S.messa assieme ai frati nella loro cappella. Siamo poi andati a Cana dall’amico padre Jerome che come sempre ci ha accolti con la sua affabilità ed amicizia. Suor Aurora ci ha offerto anche una pietanza che viene fatta in Palestina in onore di santa Barbara fatta di cose povere, farine di cereali, ma che può essere arricchita con dolcetti e nocciole tritate. Visita alla basilica dell’Annunciazione a Nazareth e poi ritorno a Gerusalemme per preparare la cena anche per gli ospiti: padre Stephane e padre Rodrigo (che poi non è riuscito a venire). Un’altra cena è stata fatta con padre Marcelo ed un pranzo con padre Alliata C’è stata anche una parentesi calcistica: tre di noi sono andati con Ettore a vedere la partita Juve-Atletico Madrid a Betlemme a casa di Lina invitati da suo marito Michel. Ettore non ha gradito molto il risultato, ma la cosa più interessante per noi è stato l’essere a casa di Lina e godere della sua presenza. Il 2 dicembre è stato il compleanno di Zizzo. Come cominciare meglio la giornata se non potendo ascoltare la S.messa dentro l’edicola del Sepolcro celebrata da padre Gianfranco? C’erano anche tre amici provenienti da Abu Dabi. A pranzo festeggiamento del compleanno con torta molto buona. Martedì sera cena alla Azione Cattolica di Betlemme assieme anche agli amici che sono arrivati dall’Italia per il gemellaggio, cena seguita dalla testimonianza di due frati che ci hanno parlato del vangelo di Matteo e di Giovanni in modo veramente affascinante. E’ stato anche molto bello incontrarci con gli amici giardinieri e che abitavano dalle Clarisse; purtroppo abbiamo potuto condividere con loro solo una colazione. Per ultimo, solo perché è stato L’ultimo giorno, siamo stati a lavorare dalle suore a Deir Rafat. E’ stata veramente una grazia questa giornata perché ci ha fatto incontrare persone veramente grandi. La Chiesa si dimostra ancora una volta una cosa molto più grande di quello che uno potrebbe pensare. La prima domenica che eravamo qua siamo andati a conoscerle ed abbiamo avuto la grazia di arrivare quando cominciava la s.messa. E’ stato emozionante vedere la loro fede che si esprimeva nei gesti che facevano ed ascoltare i loro canti gregoriani che eseguono veramente bene. Mercoledì ritorno in Italia.